RFO – Referendum finanziario obbligatorio

Come votare

Nel 2017 AreaLiberale ha sostenuto i lavori di un comitato interpartitico che con successo ha depositato le firme per chiedere ai cittadini di introdurre anche in Ticino il RFO (Referendum finanziario obbligaotirio. Ben 18 Cantoni svizzeri su 26 conoscono questo meccanismo.

Vi invitiamo a votare sì sia all'iniziativa sia al controprogetto, e tra le due a dare preferenza alla prima.

Il vostro aiuto è prezioso!

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Perché proponiamo l'RFO anche in Ticino

Un'immagine vale mille parole. Sarà un caso che il debito pubblico dei 18 Cantoni con l'RFO (in blu) è sistematicamente minore degli altri (tra i quali il Ticino)?

L'essenziale in breve

Il Referendum finanziario obbligatorio mette automaticamente in votazione popolare qualsiasi
grossa spesa o investimento cantonale!

  • Finalmente sono davvero i ticinesi che controllano quanto i politici spendono.
  • Stop agli sprechi! I ticinesi hanno diritto a valutare se una spesa pubblica è sensata o
    frutto di un altro piano megalomane fatto con i loro soldi.
  • I ticinesi fanno fatica e tirano la cinghia per pagare le imposte! Per giustizia, essi
    devono poter dire la loro opinione prima che si spendano i loro soldi!
  • Se controlliamo la spesa pubblica, manteniamo l’attrattività della piazza economica e la creazione di posti di lavoro.
  • In Svizzera paga chi decide e decide chi paga, ovvero il Popolo! In Ticino per il momento questa regola non c’è.
  • I Cantoni che già hanno il Referendum finanziario obbligatorio hanno conti molto più sani dei nostri. Strano vero?
  • Il Referendum finanziario obbligatorio rimette il campanile al centro del villaggio. Il Popolo è sovrano, non la politica!

La politica nostrana sta per ripetere gli errori dei maggiori Stati europei attorno a noi, a
cominciare dall’Italia:

  • Sottrarre spazio e responsabilità decisionale diretta al cittadino in materia finanziaria.
  • Aumento delle decisioni e delle spese centralistiche dall’alto a scapito delle autonomie dal basso.
  • Aumento dei deficit e del debito sulle spalle dei nostri figli e nipoti, e neppure
    per investimenti bensì per spesa corrente.
  • Escludere il ceto medio dal processo decisionale politico che crea deficit, diseconomie e mina la prosperità dei ticinesi.

Cosa proponiamo e perché

L’iniziativa propone di introdurre nella Costituzione cantonale ticinese, in aggiunta allo strumento del referendum finanziario facoltativo, anche il principio del referendum finanziario obbligatorio. Quest’ultimo stabilisce che sono da sottoporre al voto popolare obbligatorio gli atti legislativi che generano spese sopra un determinato limite, sia per le spese ricorrenti che per quelle di investimento. Il testo conforme all’iniziativa popolare fissa per le spese uniche un limite superiore a 20 milioni di franchi e per le spese annue un limite superiore a 5 milioni di franchi per almeno quattro anni.

Il Gran Consiglio, per contro, ha accolto un controprogetto all’iniziativa al fine di istituire un referendum finanziario obbligatorio “filtrato” dal Parlamento e di innalzare i limiti di spesa. In particolare, il controprogetto stabilisce che il Gran Consiglio, con un terzo favorevole dei presenti e con un minimo di 25 deputati, vota la referendabilità obbligatoria degli atti comportanti una spesa unica superiore a 30 milioni di franchi o una spesa annua superiore a 6 milioni di franchi per almeno quattro anni.

Perché sostenere l'iniziativa

Le finanze cantonali, presentano per i prossimi anni dei deficit enormi di oltre 200 milioni di franchi all’anno, e il debito pubblico a carico dei ticinesi ma soprattutto della prossima generazione sfiorerà i 3 miliardi di franchi.

La soluzione di aumentare imposte, tasse e balzelli alle persone del ceto medio e alle piccole e medie imprese, per far quadrare i conti, non è più accettabile. Adesso lo Stato deve mantenere
sotto controllo la sua spesa prima di chiedere nuovi soldi ai cittadini. Non significa necessariamente spendere meno ma di sicuro spendere meglio le molte risorse che già preleva e incassa. Per questa ragione gli iniziativisi propongono uno strumento molto “svizzero” ben collaudato in 18 altri Cantoni per evitare aumenti di imposte e tasse e per mantenere in ordine e in equilibrio le finanze del Cantone sull’arco del tempo: il referendum finanziario
obbligatorio (RFO).

Votando SÌ all’iniziativa popolare, il Governo e il Gran Consiglio potranno effettuare spese nuove ricorrenti superiori ai 5 milioni di franchi (cumulati su 4 anni) e spese nuove una tantum superiori ai 20 milioni di franchi, se e solo se il Popolo previa votazione popolare dirà di essere d’accordo.

In questo modo i cittadini hanno la possibilità di controllare e di decidere direttamente se sono d’accordo su come i politici vogliono spendere i loro soldi con nuovi compiti.

Tutti gli aumenti di spesa sono sottoposti a RFO?

No. Gli aumenti di spesa che dispongono di una base legale già in vigore non sono soggetti al RFO, e quindi nemmeno gli aumenti di Preventivo annuali. Alla regola del RFO sono sottoposte solo le nuove spese che necessitano di un cambiamento di base legale (articoli di legge) e/o di un nuovo decreto legislativo.

Troppe votazioni?

No. Poche ma quelle giuste. In base alla statistica ticinese degli ultimi 20 anni, grazie al RFO nella forma diretta (iniziativa popolare) si stima che saranno in media da 3 a 4 oggetti all’anno ad essere sottoposti al voto popolare; da non confondere con 3 o 4 chiamate al voto apposta e in più. Infatti, gli oggetti saranno inseriti nel normale calendario delle votazioni stagionali in uso.

Rischio di bloccare l'attività?

No. La statistica parla da sola. Tutti i 125 oggetti, salvo 1 comunque accolto in maggioranza, sono stati accolti dal Gran Consiglio con oltre i 2/3 di favorevoli presenti. I 125 nuovi crediti votati negli ultimi 12 anni hanno ottenuto voti trasversalmente in modo molto ampio, ciò che fa intendere che il voto popolare sarà spesso solo una verifica in più e di sicurezza, prima di spendere i soldi dei cittadini.

Autodisciplina dei politici?

Sì, lo scopo non è quello di mandare continuamente il popolo al voto, bensì il contrario. Governo e Parlamento sapendo che devono sottostare a un limite di spesa devono fare tutto il possibile per rispettarlo prima di andare davanti al Popolo.

Chi siamo – Comitato promotore interpartitico del 2017

Il comitato promotore del 2017 era formato da: Morisoli Sergio (primo firmatario) 6513 Monte Carasso; Siccardi Alberto 6968 Sonvico; Agustoni Maurizio 6833 Vacallo; Benicchio Valentino 6963 Pregassona; Bignasca Antonella 6948 Porza; Bobbià Edo 6834 Morbio Inferiore; Brivio Nicola 6922 Morcote; Bühler Alain 6963 Pregassona; Canonica Iris 6958 Bidogno; Caverzasio Daniele 6864 Arzo; Cedraschi Alessandro 6945 Origlio; Chiesa Marco 6977 Ruvigliana; Danzi Carlo 6948 Porza; Denti Franco 6900 Lugano; Filippini Lara 6802 Rivera Monteceneri; Foletti Michele 6900 Lugano; Frapolli Gianmaria 6959 Certara; Galeazzi Tiziano 6962 Viganello; Gendotti Sabrina 6900 Massagno; Geninazzi Angelo 69815 Melide; Ghiggia Battista 6949 Comano; Giudici Andrea 6600 Locarno; Guerra Michele 6742 Pollegio; Jelmini Giovanni 6850 Mendrisio; Käppeli Fabio 6500 Bellinzona; Marchesi Piero 6995 Molinazzo di Monteggio; Pamini Paolo 6900 Lugano; Passalia Marco 6612 Ascona; Pesciallo Stelio 6932 Breganzona; Pinoja Gabriele 6622 Ronco s. Ascona; Quadri Lorenzo 6900 Lugano; Regazzi Fabio 6596 Gordola; Righinetti Tullio 6946 Ponte Capriasca; Romano Marco 6850 Mendrisio; Sanvido Paolo 6900 Lugano; Taminelli Rocco 6500 Bellinzona.