
"Dopo molte riflessioni sulla opportunità di ritirare o meno l'iniziativa popolare sull'insegnamento della Civica nelle scuole ticinesi e dopo aver ascoltato il parere dei promotori al proposito, sono giunto alla seguente decisione di cui mi assumo la responsabilità: NON ritiriamo l'iniziativa popolare e andremo al voto popolare": così Alberto Siccardi, primo firmatario del testo “Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)”, dopo che il Gran Consiglio ha approvato, a fine maggio, la sua iniziativa popolare generica.
Siccardi spiega che il testo della Legge votata dal Legislativo corrisponde in effetti al rapporto della Commissione scolastica, accettato dai promotori come il miglior compromesso possibile, "ma non corrisponde al testo dell'iniziativa popolare per il quale oltre 10mila ticinesi quattro anni fa hanno dato la loro firma e che prevedeva la creazione di ore separate di Civica anche nelle scuole superiori e non solo nelle medie". Secondo l'esponente di Area Liberale, essi hanno quindi il diritto di accettare o meno col loro voto questa legge.
Siccardi raccomanda inoltre di votare, fra pochi mesi, a favore del testo di legge votato dal Gran Consiglio, "in quanto miglior compromesso possibile". Ricorda inoltre che "la battaglia per ottenere questa modifica alla legge sulla scuola, anche se parziale, è durata ben quattro anni. Essa è quindi costata tempo e denaro e i promotori intendono chiedere al popolo con questa votazione anche il consenso a portare a termine il compito loro affidato dai firmatari, e cioè quello di fare il possibile perché la Civica sia veramente insegnata, ed evitare il ripetersi di quanto successo nel 2001, quando i Giovani Liberali l'hanno ritirata e poi la Civica non è stata insegnata, contrariamente alle intese coi promotori". Quindi, per chi un domani volesse ostacolare l'applicazione dell'Iniziativa, sarà molto più difficile farlo schierandosi anche contro la maggioranza della popolazione, oltre che solo contro la volontà del Gran Consiglio.
Secondo il primo firmatario, inoltre, questa lunga opposizione "fa pensare che una parte degli insegnanti non vuole insegnare la Civica nei termini della nostra iniziativa popolare e chiediamo ai ticinesi di dire che essi invece lo vogliono". Una parte del corpo insegnante ha minacciato un referendum. Votando il testo, conclude l'esponente di Area Liberale, "si dà un chiaro segnale della volontà popolare a che essa sia rispettata".
(Red)
Pubblicato il 07.06.2017 11:12